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Roma 2020 – NO2 No grazie!

Partendo dai dati raccolti dai cittadini nel corso della campagna di scienza partecipata NO2 NO Grazie 2020, la seconda edizione del progetto svoltasi a Roma, i ricercatori del comitato scientifico del progetto hanno sviluppato due nuove mappe che raccontano come si respira davvero a Roma a causa del traffico.

Il risultato indica che respirare il biossido di azoto (NO2) che proviene dai veicoli diesel che percorrono le vie di Roma causa, in questa città, la morte di 1713 persone ogni anno.

Una stima che riconduce all’esposizione a questo inquinante il 6,2% di tutte le morti che avvengono a Roma, 1 ogni 16.

Gli epidemiologi sono giunti a questa stima di impatto incrociando i coefficienti di rischio elaborati dalla letteratura circa l’impatto dell’NO2 sulla salute umana – che determina un incremento di mortalità del 5,5% ogni 10µg/m3 – con la mappa di diffusione delle concentrazioni di biossido di azoto nella città.

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La mappa è stata sviluppata grazie ad un sistema di “machine learning”, un sistema di intelligenza artificiale capace di predire il modo in cui questo inquinante, derivante soprattutto dal traffico, si spande sulla città.

La stima descrive l’impatto derivante dall’esposizione della popolazione di Roma a concentrazioni di NO2 superiori alla media annua di 20µg/m3 ovvero la soglia che, ormai diversi anni fa, i ricercatori dell’OMS hanno individuato quale limite da rispettare per la tutela della salute.

Una soglia che abbiamo scelto di considerare nella stima di impatto, invece del limite di legge di 40µg/m3, perché quest’ultimo rappresenta unicamente un compromesso politico raggiunto ormai molti decenni orsono mentre, allo stato attuale, la soglia di 20µg/m3 deve essere l’obiettivo al quale tendere per proteggere la salute pubblica.

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La diffusione dell’NO2

La prima mappa mostra, con una scala di 250 m x 250 m, la diffusione dell’inquinante sul territorio cittadino evidenziando i diversi livelli di concentrazione dell’NO2.

Tracce scure e spazi più chiari indicano dove i cittadini respirano rispettivamente peggio o meglio, ben sapendo che nessuno trascorre il suo tempo sempre nello stesso punto e nessuno è davvero al riparo dalle concentrazioni più elevate.

I ricercatori, per stimare l’impatto sulla popolazione, hanno elaborato la cosiddetta esposizione media  della popolazione, giungendo alla conclusione che la popolazione di Roma è – mediamente – esposta a concentrazioni pari a 31,6µg/m3, dunque molto più elevata del limite di legge..

Da tempo ormai l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta elaborando le nuove Linee Guida sulla Qualità dell’Aria che saranno pubblicate entro l’estate 2021.

I cittadini che hanno raccolto i dati, le associazioni che hanno contribuito a rendere il progetto vitale e i ricercatori che oggi restituiscono queste mappe e i loro dati sono i protagonisti di un risultato che, senza il loro impegno, sarebbe stato impossibile ed ai quali va un grande profondo grazie.

Un risultato che speriamo cambi il modo di pensare alla città per renderla sempre più vicina all’esigenza di tutela della salute e del benessere di chi la abita.

Un progetto premiato nel rapporto “Public awareness and efforts to improve air quality in Europe” pubblicato pochi giorni fa dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ove viene raccontato per esteso ed inserito fra i progetti più virtuosi a livello europeo per innalzare il livello di consapevolezza sul tema della qualità dell’aria e sostenere quindi l’attivazione di nuove misure.

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La mortalità

La seconda mappa racconta quanto, di zona in zona, l’inquinamento da NO2 incide sulla mortalità ogni anno. Un tasso di mortalità che dipende sia dalla concentrazione in quell’area che dal numero di decessi osservati fra la popolazione esposta.

Cliccando su ciascuna area della mappa si svelano il tasso di mortalità su 100.000 abitanti riferibile all’esposizione all’NO2 sulla base della popolazione dell’area considerata e il numero delle morti evitabili se le concentrazioni venissero portate ad una media annua di non oltre 20µg/m3 su tutta la città.

*Nel caso di una zona urbanistica con pochi abitanti la lettura delle mappe può essere distorta a causa del numero esiguo di decessi osservati.

La mappa di diffusione dell’NO2 evidenzia in maniera chiara quanto pesa il traffico sulle concentrazioni di questo inquinante. Le grandi arterie circolari e quelle che arrivano in città, insieme a tanti snodi nel cuore di Roma mostrano concentrazioni che, mediamente, virano al rosso scuro e che quindi superano anche il limite di legge di 40µg/m3.

La tonalità assegnata dalle concentrazioni al cuore di Roma appare diffusamente più scura di molte altre aree meno centrali dove, evidentemente, si respira meglio. I colori della mappa di diffusione – in un intreccio con la mappa di impatto – aiutano così a comprendere dove e su quali ambiti serve intervenire in maniera prioritaria per ridurre le concentrazioni di questo inquinante.

L’immagine della mappa di diffusione dell’NO2 non lascia spazio a dubbi: il traffico veicolare, non altro, è il grande responsabile che costringe milioni di cittadini di Roma ad un contatto diretto e quotidiano con un inquinante che causa morte e malattia.

Le aree migliori spiccano e sono ben riconoscibili là dove ci sono i grandi parchi di Roma e nelle aree della città meno centrali dove il traffico è meno pressante e ubiquo.

La diffusione dell’NO2

Città diverse, dove l’aria e lo spazio sono delle persone, sono possibili.

Lo dimostrano Parigi, Londra, Bruxelles e Barcellona, dove si ridanno spazio e incentivi alla mobilità attiva, dove si chiudono le strade per far giocare i bambini al sicuro, dove 30Km/h è diventato il nuovo limite di velocità per chi sceglie di muoversi in auto, dove i mezzi pubblici devono sempre avere la precedenza e si sottrae spazio alle auto per offrirlo al verde di cui abbiamo tanto bisogno.

Il come
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Quattro passaggi del progetto di scienza partecipata NO2 NO Grazie hanno consentito di realizzare le nuove mappe:

1) dall’8 febbraio al 7 marzo 2020 la raccolta dei dati da parte dei cittadini,

2) la calibrazione dei dati raccolti con i dati dell’Agenzia Regionale Per l’Ambiente, la creazione delle prime due mappe che hanno rivelato la concentrazione mensile misurata e quella annuale stimata.

3) lo sviluppo della nuova mappa LURF (Land Use Random Forest) di Roma che i ricercatori del Comitato scientifico hanno potuto sviluppare, usando un sistema di intelligenza artificiale, partendo dai dati raccolti dai cittadini, una mappa che stima le concentrazioni dell’NO2 su tutta la città di Roma, anche dove i cittadini non hanno misurato.

4) la elaborazione della stima dell’impatto che l’esposizione a quelle concentrazioni determina sulla popolazione di Roma.

Il perchè
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Il biossido di azoto è un inquinante di cui si parla ancora poco ma molto pericoloso per l’uomo.

L’evidenza epidemiologica maturata negli anni indica che l’esposizione a questo inquinante, anche a concentrazioni molto inferiori al limite medio annuo di legge (40 µg/m3), determina un impatto rilevante su tutte le cause di mortalità e sull’insorgenza di molte patologie negli adulti e nei bambini.

Come e perchè cambia la nostra esposizione al biossido di azoto?
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La campagna di scienza partecipata vuole aiutare i cittadini ad essere consapevoli e attivi, gli amministratori a individuare le criticità per adottare le misure necessarie e i ricercatori a integrare i modelli che servono a stimare le concentrazioni degli inquinanti dove mancano le misurazioni puntuali e, infine, il danno che deriva alla nostra salute.

Agiamo insieme, persone e aziende, per migliorare la qualità dell’aria.

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