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Napoli 2020 – NO2 No grazie!
Partendo dai dati raccolti dai cittadini nel corso della campagna di scienza partecipata NO2 NO Grazie 2020, la prima edizione del progetto svoltasi in Campania, i ricercatori del comitato scientifico del progetto hanno sviluppato una nuova mappa che racconta come si respira davvero a Napoli a causa delle emissioni derivanti dal traffico e, intorno al porto, delle navi.
Il risultato indica che respirare il biossido di azoto (NO2) che proviene dai veicoli diesel che percorrono le vie di Napoli causa, in questa città, la morte prematura di 667 persone ogni anno.
Una stima che riconduce all’esposizione della popolazione a questo inquinante il 6,65% di tutte le morti che avvengono a Napoli, quasi 1 ogni 15.
Gli epidemiologi sono giunti a questa stima di impatto incrociando i coefficienti di rischio elaborati dalla letteratura circa l’impatto dell’NO2 sulla salute umana – che determina un incremento di mortalità del 5,5% ogni 10µg/m3 – con la mappa di diffusione delle concentrazioni di biossido di azoto nella città.
La mappa è stata sviluppata grazie ad un sistema di “machine learning”, un sistema di intelligenza artificiale capace di predire il modo in cui questo inquinante, derivante principalmente dal traffico, si diffonde sulla città.
La stima descrive l’impatto derivante dall’esposizione della popolazione di Napoli a concentrazioni di NO2 superiori alla media annua di 20µg/m3 ovvero la soglia che, ormai diversi anni fa, i ricercatori dell’OMS hanno individuato quale limite da rispettare per la tutela della salute.
Una soglia che abbiamo scelto di considerare nella stima di impatto, invece del limite di legge di 40µg/m3, perché quest’ultimo rappresenta unicamente un compromesso politico raggiunto ormai molti decenni orsono mentre, allo stato attuale, la soglia di 20µg/m3 deve essere l’obiettivo al quale tendere per proteggere la salute pubblica.
Da tempo ormai l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta elaborando le nuove Linee Guida sulla Qualità dell’Aria che saranno pubblicate entro il 2021.
La mappa mostra, con una scala di 250 m x 250 m, la diffusione dell’inquinante sul territorio cittadino evidenziando una situazione, quanto a concentrazioni di NO2, davvero grave.
Una mappa che valorizza il reticolo viola scuro che rappresenta le arterie di traffico, l’area portuale, e le tante vie che si riversano verso il centro della città. Strade dove i napoletani vivono, lavorano, respirano e dove, ci dice il colore che le rappresenta, le concentrazioni sono – su base annua – poco inferiori ai 50µg/m3 e spesso raggiungono anche i 60µg/m3.
Tracce scure o spazi poco più chiari che indicano dove i cittadini respirano rispettivamente peggio o meglio, ben sapendo che nessuno trascorre il suo tempo sempre nello stesso punto e che nessuno è davvero al riparo dalle concentrazioni più elevate.
I ricercatori, per stimare l’impatto sulla popolazione, hanno elaborato la cosiddetta esposizione media della popolazione, giungendo alla conclusione che la popolazione di Napoli è – mediamente – esposta a concentrazioni pari a 32,60 µg/m3, dunque molto più elevata della soglia indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I cittadini che hanno raccolto i dati, le associazioni che hanno contribuito a rendere il progetto vitale e i ricercatori che oggi restituiscono queste mappe e i loro dati sono i protagonisti di un risultato che, senza il loro impegno, sarebbe stato impossibile ed ai quali va un grande profondo grazie.
Un risultato che speriamo cambi il modo di pensare alla città per renderla sempre più vicina all’esigenza di tutela della salute e del benessere di chi la abita.
Un progetto premiato nel rapporto “Public awareness and efforts to improve air quality in Europe” pubblicato pochi giorni fa dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ove viene raccontato per esteso ed inserito fra i progetti più virtuosi a livello europeo per innalzare il livello di consapevolezza sul tema della qualità dell’aria e sostenere quindi l’attivazione di nuove misure.
I cittadini italiani per l’aria.
Crediamo che l’immagine delle tre mappe accostate che rappresentano Milano, Roma e Napoli abbia un valore fortemente simbolico. Il simbolo dell’impegno di cittadini e ricercatori a livello nazionale per ridare al nostro paese e alle sue città una buona qualità dell’aria, da nord a sud. E il simbolo di una rappresentazione che restituisce, paragonando le mappe di diffusione dell’NO2 delle città realizzate usando la stessa scala di colori, il confronto che evidenzia per Napoli e ancor più Milano una situazione di inquinamento ancora peggiore rispetto a quella di Roma.
Il confronto della mappa di diffusione dell’NO2 a Milano e Roma con quella di Napoli, realizzate utilizzando la stessa scala di colori.
Crediamo che l’immagine delle tre mappe accostate che rappresentano Milano, Roma e Napoli abbia un valore fortemente simbolico. Il simbolo dell’impegno di cittadini e ricercatori a livello nazionale per ridare al nostro paese e alle sue città una buona qualità dell’aria, da nord a sud. E il simbolo di una rappresentazione che restituisce, paragonando le mappe di diffusione dell’NO2 delle città realizzate usando la stessa scala di colori, il confronto che evidenzia per Napoli e ancor più Milano una situazione di inquinamento ancora peggiore rispetto a quella di Roma.
Città diverse, dove l’aria e lo spazio sono delle persone, sono possibili.
Lo dimostrano Parigi, Londra, Bruxelles e Barcellona, dove si ridanno spazio e incentivi alla mobilità attiva, dove si chiudono le strade per far giocare i bambini al sicuro, dove 30Km/h è diventato il nuovo limite di velocità per chi sceglie di muoversi in auto, dove i mezzi pubblici devono sempre avere la precedenza e si sottrae spazio alle auto per offrirlo al verde di cui abbiamo tanto bisogno.
Quattro passaggi del progetto di scienza partecipata NO2 NO Grazie hanno consentito di realizzare le nuove mappe:
1) dall’8 febbraio al 7 marzo 2020 la raccolta dei dati da parte dei cittadini,
2) la calibrazione dei dati raccolti con i dati dell’Agenzia Regionale Per l’Ambiente, la creazione delle prime due mappe che hanno rivelato la concentrazione mensile misurata e quella annuale stimata.
3) lo sviluppo della nuova mappa LURF (Land Use Random Forest) di Roma che i ricercatori del Comitato scientifico hanno potuto sviluppare, usando un sistema di intelligenza artificiale, partendo dai dati raccolti dai cittadini, una mappa che stima le concentrazioni dell’NO2 su tutta la città di Roma, anche dove i cittadini non hanno misurato.
4) la elaborazione della stima dell’impatto che l’esposizione a quelle concentrazioni determina sulla popolazione di Roma.
Il biossido di azoto è un inquinante di cui si parla ancora poco ma molto pericoloso per l’uomo.
L’evidenza epidemiologica maturata negli anni indica che l’esposizione a questo inquinante, anche a concentrazioni molto inferiori al limite medio annuo di legge (40 µg/m3), determina un impatto rilevante su tutte le cause di mortalità e sull’insorgenza di molte patologie negli adulti e nei bambini.
La campagna di scienza partecipata vuole aiutare i cittadini ad essere consapevoli e attivi, gli amministratori a individuare le criticità per adottare le misure necessarie e i ricercatori a integrare i modelli che servono a stimare le concentrazioni degli inquinanti dove mancano le misurazioni puntuali e, infine, il danno che deriva alla nostra salute.
Agiamo insieme, persone e aziende, per migliorare la qualità dell’aria.