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Le cause
L’inquinamento dell’aria nelle città è un fenomeno complesso che deriva dalla combinazione di molteplici sorgenti emissive, le cui caratteristiche e impatti variano in base a fattori geografici, climatici, sociali ed economici. In ambito urbano, tuttavia, è ormai consolidato che la fonte principale e più significativa di inquinanti atmosferici sia rappresentata dal traffico veicolare.
Il traffico urbano: la fonte più rilevante e pericolosa
Il traffico veicolare emette una vasta gamma di inquinanti, tra cui ossidi di azoto (NOₓ), particolato fine (PM₁₀ e PM₂,₅), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili (COV), benzene e altre sostanze tossiche. Questi inquinanti derivano principalmente dalla combustione dei carburanti nei motori a combustione interna e, in misura crescente, dai processi di usura di pneumatici e freni.
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Ciò che rende il traffico particolarmente pericoloso per la salute umana è la prossimità della fonte di emissione rispetto ai cittadini: le sostanze inquinanti vengono rilasciate a pochi metri, o addirittura meno, dalle persone che camminano, lavorano o vivono vicino alle strade. Questo comporta un’esposizione diretta e costante, che può determinare effetti gravi soprattutto nei soggetti più vulnerabili come bambini, anziani e persone con patologie respiratorie o cardiache.
Il ruolo della morfologia urbana e della meteorologia
Le caratteristiche fisiche delle città contribuiscono in modo significativo all’accumulo degli inquinanti. Le vie strette, gli edifici alti e densi, e la scarsa presenza di aree verdi ostacolano la naturale dispersione dell’aria inquinata, generando quello che viene definito “effetto canyon urbano”. Questa conformazione limita la circolazione verticale e orizzontale degli inquinanti, favorendo il ristagno vicino al suolo.
In aggiunta, fenomeni meteorologici come l’inversione termica svolgono un ruolo chiave nel peggiorare la qualità dell’aria. L’inversione termica si verifica quando uno strato d’aria calda si trova sopra uno strato più freddo e pesante vicino al suolo, impedendo il normale rimescolamento dell’aria. Questo stratagemma naturale blocca gli inquinanti a bassa quota, dove si trovano gli abitanti, e può causare concentrazioni elevate e pericolose, soprattutto in inverno e in aree come la Pianura Padana.
Fonti di inquinamento aggiuntive e contributi a scala territoriale
Sebbene il traffico sia predominante, è importante riconoscere che altre fonti contribuiscono in modo significativo all’inquinamento atmosferico urbano, con impatti che si sommano e si propagano anche da distanze considerevoli:
- Riscaldamento domestico e biomasse: la combustione di legna, pellet e altri combustibili solidi per il riscaldamento degli edifici rilascia particolato e ossidi di zolfo, soprattutto nei mesi freddi. Questo contribuisce all’inquinamento locale e regionale, con effetti amplificati in condizioni di scarsa dispersione atmosferica.
- Attività industriali e produzione energetica: le emissioni di sostanze nocive, come NOₓ, SO₂, e particolato, provenienti da industrie, centrali elettriche e impianti produttivi, si diffondono su ampie aree, contribuendo all’inquinamento anche nelle città vicine.
- Agricoltura e allevamenti: l’uso intensivo di fertilizzanti e l’attività zootecnica rilasciano ammoniaca (NH₃), un precursore importante della formazione di particolato secondario (PM₂,₅) attraverso reazioni chimiche in atmosfera. Questo fenomeno è particolarmente rilevante nelle aree rurali circostanti le città.
- Emissioni da traffico a lungo raggio, porti e aeroporti: il trasporto marittimo, aereo e pesante contribuisce localmente e regionalmente al carico di inquinanti come NOₓ e particolato. I porti urbani sono particolarmente critici, poiché le navi rilasciano emissioni direttamente in prossimità delle aree densamente abitate.
L’importanza delle azioni locali in un contesto complesso
L’inquinamento atmosferico che respiriamo è quindi il risultato di un mix di fonti prossimali e distanti, di dinamiche meteorologiche e di configurazioni urbane. Tuttavia, studi e monitoraggi hanno evidenziato che in molte città più del 60-70% dell’inquinamento, in particolare del biossido di azoto e del particolato, proviene da emissioni localizzate entro poche centinaia di metri dal punto di rilevamento, con un peso decisivo delle emissioni veicolari.
Per questo motivo, le misure di controllo e mitigazione delle emissioni devono essere fortemente orientate a livello locale: la riduzione del traffico, l’adozione di zone a basse emissioni (LEZ), il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici e l’incremento del trasporto pubblico sostenibile sono strumenti indispensabili per migliorare la qualità dell’aria cittadina e ridurre i rischi per la salute.
Allo stesso tempo, è necessario monitorare costantemente la qualità dell’aria e sviluppare politiche integrate che tengano conto delle fonti regionali e delle interazioni tra differenti settori produttivi e urbani. Solo un approccio multilivello, che coinvolga istituzioni, cittadini e comunità scientifica, può affrontare efficacemente questa sfida complessa.