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Milano 2020 – NO2 No grazie!

La ricerca

Partendo dai dati raccolti dai cittadini nel corso della campagna di scienza partecipata NO2 NO Grazie 2020, la terza edizione del progetto svoltasi a Milano, i ricercatori del comitato scientifico del progetto hanno sviluppato due nuove mappe che raccontano come si respira davvero a Milano a causa del traffico.

Il risultato indica che respirare il biossido di azoto (NO2) che proviene dai veicoli diesel che percorrono le vie di Milano causa, in questa città, la morte prematura di 1507 persone ogni anno.

Una stima che riconduce all’esposizione della popolazione a questo inquinante il 10,9% di tutte le morti che avvengono a Milano, oltre 1 ogni 10.

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Gli epidemiologi sono giunti a questa stima di impatto incrociando i coefficienti di rischio elaborati dalla letteratura circa l’impatto dell’NO2 sulla salute umana – che determina un incremento di mortalità del 5,5% ogni 10µg/m3 – con la mappa di diffusione delle concentrazioni di biossido di azoto nella città.

La mappa è stata sviluppata grazie ad un sistema di “machine learning”, un sistema di intelligenza artificiale capace di predire il modo in cui questo inquinante, derivante principalmente dal traffico, si spande sulla città.

La stima descrive l’impatto derivante dall’esposizione della popolazione di Milano a concentrazioni di NO2 superiori alla media annua di 20µg/m3 ovvero la soglia che, ormai diversi anni fa, i ricercatori dell’OMS hanno individuato quale limite da rispettare per la tutela della salute.

Una soglia che abbiamo scelto di considerare nella stima di impatto, invece del limite di legge di 40µg/m3, perché quest’ultimo rappresenta unicamente un compromesso politico raggiunto ormai molti decenni orsono mentre, allo stato attuale, la soglia di 20µg/m3 deve essere l’obiettivo al quale tendere per proteggere la salute pubblica.

Da tempo ormai l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta elaborando le nuove Linee Guida sulla Qualità dell’Aria che saranno pubblicate entro l’estate 2021.

La diffusione dell’NO2

La prima mappa mostra, con una scala di 50 m x 50 m, la diffusione dell’inquinante sul territorio cittadino evidenziando una situazione, quanto a concentrazioni di NO2, davvero gravissima.

Una mappa estremamente dettagliata che valorizza il reticolo viola scuro che rappresenta le arterie di traffico, le circonvallazioni, le tante vie che si riversano verso il centro della città. Strade dove i milanesi vivono, lavorano, respirano e dove, ci dice il colore che le rappresenta, le concentrazioni sono – su base annua – poco inferiori ai 50µg/m3 e spesso raggiungono anche i 60µg/m3.

Tracce scure o spazi poco più chiari che indicano dove i cittadini respirano rispettivamente peggio o meglio, ben sapendo che nessuno trascorre il suo tempo sempre nello stesso punto e  nessuno è davvero al riparo dalle concentrazioni più elevate.

I ricercatori, per stimare l’impatto sulla popolazione, hanno elaborato la cosiddetta esposizione media della popolazione, giungendo alla conclusione che la popolazione di Milano è – mediamente – esposta a concentrazioni pari a 41,6 µg/m3, dunque molto più elevata del limite di legge.

I cittadini che hanno raccolto i dati, le associazioni che hanno contribuito a rendere il progetto vitale e i ricercatori che oggi restituiscono queste mappe e i loro dati sono i protagonisti di un risultato che, senza il loro impegno, sarebbe stato impossibile ed ai quali va un grande profondo grazie.

Un risultato che speriamo cambi il modo di pensare alla città per renderla sempre più vicina all’esigenza di tutela della salute e del benessere di chi la abita.

Un progetto premiato nel rapporto “Public awareness and efforts to improve air quality in Europe” pubblicato pochi giorni fa dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ove viene raccontato per esteso ed inserito fra i progetti più virtuosi a livello europeo per innalzare il livello di consapevolezza sul tema della qualità dell’aria e sostenere quindi l’attivazione di nuove misure.

La mortalità

La seconda mappa racconta quanto, di zona in zona, l’inquinamento da NO2 incide sulla mortalità ogni anno.

Un tasso di mortalità che dipende sia dalla concentrazione in quell’area che dal numero di decessi osservati fra la popolazione esposta.

Cliccando su ciascuna area della mappa si svelano il tasso di mortalità su 100.000 abitanti riferibile all’esposizione all’NO2 sulla base della popolazione dell’area considerata e il numero delle morti evitabili se le concentrazioni venissero portate ad una media annua di non oltre 20µg/m3 su tutta la città.

I colori della mappa di diffusione – in un intreccio con la mappa di impatto – aiutano così a comprendere dove e su quali ambiti serve intervenire in maniera prioritaria per ridurre le concentrazioni di questo inquinante.

L’immagine della mappa di diffusione dell’NO2 non lascia spazio a dubbi: il traffico veicolare, non altro, è il grande responsabile che costringe milioni di persone a Milano ad un contatto diretto e quotidiano con un inquinante che causa morte e malattia.

Le aree migliori – pochissime – spiccano e sono ben riconoscibili là dove ci sono il Parco Sempione o le aree che non sono attraversate dalle auto e dove, quindi, il traffico è meno pressante e ubiquo.

Comparazioni-concentrazione
Il confronto con Roma

Il confronto della mappa di diffusione dell’NO2 a Milano con quella di Roma, realizzate utilizzando la stessa scala di colori, evidenzia la gravità eccezionale della situazione di Milano.

Le concentrazioni meno elevate a Milano – il cd. “fondo urbano” – hanno il colore …delle arterie di alto traffico a Roma.

La diffusione dell’NO2

Città diverse, dove l’aria e lo spazio sono delle persone, sono possibili.

Lo dimostrano Parigi, Londra, Bruxelles e Barcellona, dove si ridanno spazio e incentivi alla mobilità attiva, dove si chiudono le strade per far giocare i bambini al sicuro, dove 30Km/h è diventato il nuovo limite di velocità per chi sceglie di muoversi in auto, dove i mezzi pubblici devono sempre avere la precedenza e si sottrae spazio alle auto per offrirlo al verde di cui abbiamo tanto bisogno.

Il come
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Quattro passaggi del progetto di scienza partecipata NO2 NO Grazie hanno consentito di realizzare le nuove mappe:

1) dall’8 febbraio al 7 marzo 2020 la raccolta dei dati da parte dei cittadini,

2) la calibrazione dei dati raccolti con i dati dell’Agenzia Regionale Per l’Ambiente, la creazione delle prime due mappe che hanno rivelato la concentrazione mensile misurata e quella annuale stimata.

3) lo sviluppo della nuova mappa LURF (Land Use Random Forest) di Roma che i ricercatori del Comitato scientifico hanno potuto sviluppare, usando un sistema di intelligenza artificiale, partendo dai dati raccolti dai cittadini, una mappa che stima le concentrazioni dell’NO2 su tutta la città di Roma, anche dove i cittadini non hanno misurato.

4) la elaborazione della stima dell’impatto che l’esposizione a quelle concentrazioni determina sulla popolazione di Roma.

Il perchè
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Il biossido di azoto è un inquinante di cui si parla ancora poco ma molto pericoloso per l’uomo.

L’evidenza epidemiologica maturata negli anni indica che l’esposizione a questo inquinante, anche a concentrazioni molto inferiori al limite medio annuo di legge (40 µg/m3), determina un impatto rilevante su tutte le cause di mortalità e sull’insorgenza di molte patologie negli adulti e nei bambini.

Come e perchè cambia la nostra esposizione al biossido di azoto?
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La campagna di scienza partecipata vuole aiutare i cittadini ad essere consapevoli e attivi, gli amministratori a individuare le criticità per adottare le misure necessarie e i ricercatori a integrare i modelli che servono a stimare le concentrazioni degli inquinanti dove mancano le misurazioni puntuali e, infine, il danno che deriva alla nostra salute.

Agiamo insieme, persone e aziende, per migliorare la qualità dell’aria.

Esplora le mappe con le misure nei punti della città
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